Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina

Il Museo

“Più di tutto ciò che mi colpì nella vita è il rapporto tra il paesaggio e l’uomo […] che non avendo nulla riusciva a sopravvivere creando mezzi, creando macchine, creando un mondo fuori del comune di oggetti e di attrezzature”.

Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina (MUCGT) di San Michele all’Adige (Tn) rappresenta una delle più importanti realtà museali demoetnoantropologiche d’Italia. Nel 1968 il museo apre le sue porte grazie all’opera di Giuseppe Šebesta (1919-2005), etnografo, folkorista, documentarista scientifico, scrittore, ergologo, artista e professore di applicazioni tecniche, che nel tempo si impone, con la propria opera, come uno dei padri della museografia etnografica italiana. L’edificio che ospita gli allestimenti è quello del vecchio monastero agostiniano che, fino alla fine degli anni sessanta del Novecento, ospitava l’istituto agrario provinciale. Con il trasloco dell’istituto verso una nuova sede gli ampi spazi dell’edificio vennero liberati e resi disponibili per le geniali intuizioni di costruzione museale di Šebesta  grazie soprattutto alla disponibilità dell’allora presidente dell’istituto agrario e della provincia di Trento Bruno Kessler. 

Il MUCGT si pone in discontinuità rispetto ai principali canoni della museografia etnografica italiana (si pensino agli esempi delle esposizioni di Roma nel museo nazionale, a Palermo con il museo Giuseppe Pitrè e al museo di Nuoro allestito da Paolo Toschi) che rappresentavano prevalentemente i momenti festivi e le vistose celebrazioni dell’universo rurale.

Ciò che caratterizza questa realtà è la volontà di concentrare la narrazione sui diversi ambiti delle tecnologie produttive utilizzate dalla cosiddetta “civiltà contadina” attraverso la realizzazione di un percorso a struttura elicoidale continua che consta in 5 livelli e 25 sezioni. Le diverse esposizioni passano perciò dalle attività agricole e del sistema agrosilvopastorale, a alle lavorazioni artigianali per la fabbricazioni di oggetti e strumenti per culminare, al livello più alto, alla rappresentazione dei momenti di socialità , dell’arte della religione e della festa.  

Uno dei punti fondamentali nell’opera di Šebesta è quello della realizzazione di un sentiero museale continuo che permette di iniziare e concludere il percorso in due punti differenti dell’edificio nella concezione della visita non solo come un’attività ma come un momento profondo che avvolge in un’atmosfera particolare il visitatore.  Il museo è incentrato fortemente sui cosiddetti “canali chiusi” distinguendo razionalmente alcuni cicli tecnologico-produttivi all’interno di determinati settori della filiera dei lavori contadini come la fienagione o la cerealicoltura. Il fatto di produrre una forte coerenza interna fra le singole sezioni e l’allestimento complessivo rende possibile il dialogo di oggetti o di sistemi che “raccontano” e “si raccontano” con un ampia capacità ostensivo-espositiva.

Oltre al lato dell’esposizione museale il MUCGT si distingue per la conduzione di numerose attività di didattica e di ricerca scientifica. Infatti, molti sono i servizi educativi svolti dal museo nell’ottica di una trasmissione di conoscenza sulla cultura materiale e sulle caratteristiche del territorio. Il complesso di attività laboratoriali si fondano dunque sulla consapevolezza che l’educazione al patrimonio culturale è realmente efficace quando è trasmessa mediante azioni pratiche di “toccare”, “manipolare” e “utilizzare” gli oggetti e le tecniche del tempo passato.


Intervista a Daniela Finardi e Giovanni Kezich

Fotogragie: Museo degli usi e costumi della gente trentina